Marzo 2007

 

 

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"Niuna cosa ad habitar nel palagio dell’intelletto che necessaria dei sensi"

Così scriveva Manfredo Settala, matematico milanese, nel lontano 1666. E’ vero, però, che spesso questa porta necessaria può ingannarci, facendoci vedere quel che in realtà non c’è o, se c’è, è diverso da quanto il nostro occhio vede: basta osservare le immagini del dossier sulle illusioni ottiche a p.15 per convincersene.

E allora? Se non possiamo fidarci dei nostri sensi, come riusciamo a conoscere il mondo? In realtà potremmo rigirare la frase di Settala: ogni informazione che ci viene fornita dalle nostre percezioni deve comunque passare al vaglio della ragione per essere considerata reale. Ecco il vero “sesto senso”. Niente a che vedere con certe assurdità proposte da medium e sensitivi, ma un filtro, la ragione, attraverso cui passare al vaglio tutto ciò che ci arriva dai rimanenti cinque sensi.

E la scienza, quale espressione massima della ragione, si pone come strumento di indagine e verifica delle nostre sensazioni. Allora, per esempio, la geometria può mostrarci come sia facilmente ingannabile l’occhio umano, ma allo stesso tempo grazie a i suoi risultati e alle sue proprietà e tecniche (la prospettiva, per esempio) può aiutarci a dipingere su una tela o su un muro (evidentemente oggetti bidimensionali) soggetti tridimensionali tipici della realtà che ci circonda, riuscendo a creare un’illusione perfetta per i nostri sensi (curiosi? sfogliate allora qualche pagina fino ad arrivare al dossier!).

Abbiamo occhi, nasi, orecchie, lingue e mani per conoscere il mondo, ma soprattutto abbiamo un cervello, che ci permette di capire quando questi meccanismi, solitamente così precisi, ci traggono in inganno con illusioni tanto incredibili quanto perfette… all’apparenza.

Barbara Amorese
Emanuela Jacchetti
Stefano Papi