L'enigma di Fermat

 

      

      

 

 

Amir D. Aczel

L'enigma di Fermat.
La soluzione di un giallo matematico durato più di tre secoli

Net, Milano 2003
pp. 144, euro 6.80

 


Cubum autem in duos cubos, aut quadratoquadratum in duos quadratoquadratos, et generaliter nullam in infinitum ultra quadratum potestatem in duos ejusdem nominis fas est dividere: cujus rei demonstrationem mirabilem sane detexi. Hanc marginis exiguitas non caperet .*

Pierre de Fermat

Pierre de Fermat era un importante magistrato vissuto nel ’600 che coltivava l’hobby della matematica: era particolarmente affascinato (e ispirato) dalle opere degli antichi matematici greci e il suo ultimo e più famoso teorema è stato trovato proprio annotato a margine di una pagina dell’Aritmetica di Diofanto, scatenando la curiosità e la passione per la matematica di decine di ricercatori e studiosi per numerosissimi anni. 

La prova di tale teorema, scritta di suo pugno, non è mai stata trovata (semplicemente perché Fermat la reputò banale, oppure perché l'aveva annotata su un foglio che è andato perduto) e per riuscire a dimostrarla ci sono voluti solo... tre secoli! 

In questo volume Admir D. Aczel ripercorre l’evoluzione di quella matematica che ha permesso di arrivare alla soluzione di uno dei più famosi problemi della storia della scienza, partendo dalle antiche tavolette babilonesi (2000 a.c.), passando per Fibonacci e la sezione aurea (1200 d.c.), per Euler (1800 d.c.) e il numero immaginario i e molto altro ancora, per arrivare infine ai giorni nostri e alla dimostrazione di Andrew  Wiles, dimostrazione che utilizza strumenti di analisi matematica estremamente complessi e articolati (cosa apparentemente incredibile, se si guarda alla semplicità dell’enunciato dell’ultimo teorema). 

La prima metà del libro è decisamente interessante e curiosa: un viaggio che comincia dalla matematica “antica” dei Babilonesi e si addentra nella storia, attraversando numerosi paesi e raccontando aneddoti di diverse culture, ma una volta arrivati nel 1800 si comincia a viaggiare meno… e a fare della “matematica seria”. Si ha però sempre più l’impressione che la passione dell’autore per l’argomento trattato superi l’attenzione verso il suo pubblico, cosicché, per chi non è un “professionista della matematica”, a volte diventa difficile e a tratti un po' noioso seguire il racconto, anche se l’autore prova sempre a dare alla storia note di colore e suspense, mostrando anche i “dietro le quinte” della risoluzione di questo enigma. Insomma, se siete un po’ coraggiosi, questa sfida fa al caso vostro… buona lettura!

*D’altra parte non è possibile scomporre un cubo in due cubi, una quarta potenza in due quarte potenze o in generale ogni potenza, eccetto il quadrato, in due potenze con lo stesso esponente. Di ciò ho scoperto una dimostrazione veramente meravigliosa, che questo margine è troppo piccolo per contenere.