Ipazia. Vita e sogni di una scienziata del IV secolo

da XlaTangente n. 19

 

 

Antonino Colavito, Adriano Petta

Ipazia.

Vita e sogni di una scienziata del IV secolo

 

La Lepre, Roma 2009

pp. 352, euro 22.00

 

 

 

Ipazia d’Alessandria è stata una matematica, astronoma e filosofa nata e vissuta ad Alessandria d’Egitto tra la fine del III secolo e l’inizio del IV secolo dopo Cristo. Non sono molte le notizie che la riguardano e che sono giunte fino a noi; essa rimane ancora oggi un personaggio così controverso che, per esempio, il film Agorà, del regista spagnolo Alejandro Amenábar, che ne racconta la storia, non ha ancora trovato un casa di distribuzione in Italia e si fa avanti a fatica sul mercato cinematografico mondiale.

Le cronache raccontano di una bellissima giovane donna, che aveva votato la propria vita alla ricerca scientifica e all’insegnamento. Figlia di Teone, anch’egli matematico, aveva inventato l’astrolabio, strumento che serve a predire la posizione degli astri nel cielo, e l’idroscopio, che serve a indagare le profondità marine.

Era di religione ellena e rifiutò di convertirsi al cristianesimo e di rinunciare alle sue ricerche scientifiche in nome della religione che si stava imponendo ad Alessandria e del sistema politico - sociale che ne derivava. Fu quindi prima perseguitata da Cirillo, vescovo di Alessandria poi fatto Santo dalla chiesa cattolica, e infine assassinata da un gruppo di sicari ordinati monaci agli ordini dello stesso Cirillo.

Il libro di cui parliamo si divide in due parti. Nella prima si romanza la storia di Ipazia, facendola raccontare a un suo (immaginario) discepolo, Shalim. Attraverso gli occhi di Shalim viviamo la passione di Ipazia per la Scienza e per la ricerca, l’amore del discepolo verso la sua Maestra, la strenua lotta di pochi per difendere Ipazia e il Centro Studi dove essa raccoglieva i suoi discepoli, studiava e ricercava.

Nella seconda parte si racconta un viaggio onirico in cui si alternano scene di vita attuale ad altre dei tempi della scienziata alessandrina.

 

Non so se vi piacciono le storie romanzate (a me non sempre e questa non mi ha fatto cambiare idea), ma non sono molti i libri italiani che parlano di Ipazia e di una storia  che non dovrebbe mai essere dimenticata, in particolare quando il fanatismo religioso sembra offuscare l’intelligenza delle persone e limitare la libertà di studiare, soprattutto quelle delle donne. Oggi, quante Ipazia non riescono neppure ad accorgersi che amerebbero studiare? Quante Ipazia non possono studiare e portare il loro contributo al miglioramento della qualità della vita di tutti? Quanti vescovi Cirillo ci sono ancora?

 

Daniela della Volpe