La storia di questo mese è quella di una donna, madre, moglie, scrittrice e divulgatrice della scienza… insomma “la solita donna” dalle mille risorse! Come un omaggio al suo lavoro, la recensione di questo mese è dedicata a uno dei grandi successi fra i libri di divulgazione.
Ginestra Giovene Amaldi
Ginestra Giovene Amaldi: ma non vi ricordate di uno dei suoi libri?... Sicuramente l’avete incontrato nel corso dei vostri studi!
Nasce nel 1911 a Napoli da Nestore Giovene, ingegnere delle Ferrovie dello Stato, e da Giulia Cristiano, maestra delle elementari. Il padre le insegna a nuotare da piccolissima e alla fine del liceo lei è diventata così brava che le viene proposto di allenarsi per partecipare alle Olimpiadi. Rifiuta perché vuole “fare l’astronoma” ma la passione per il mare e il nuoto non l’abbandona mai. Con la famiglia si trasferisce a Roma e qui si iscrive all’Università, al corso di laurea in matematica e fisica. Nel 1931 si laurea con una tesi in astronomia e, ottenuta una borsa di studio dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), segue un corso di perfezionamento in radiocomunicazioni. Al termine del corso inizia a frequentare, senza alcun compenso, l’Istituto di Fisica romano, il famoso Istituto di via Panisperna, che, sotto la direzione di Orso Mario Corbino, diventa un importante polo della ricerca sperimentale italiana, un centro dove si fanno esperimenti rilevantissimi sulla radioattività artificiale. Ginestra vorrebbe, secondo la testimonianza del figlio Ugo, svolgervi attività di ricerca ma le sue aspirazioni sono ostacolate dal prof. Corbino che non vede di buon occhio le donne nella ricerca (anche lui!). Nel 1933 sposa il fisico Edoardo Amaldi, collaboratore di Fermi, e dal loro matrimonio nascono quattro figli: Ugo (che seguirà le orme paterne), Paola, Francesco e Daniela. Nonostante tutto, nel 1934 lavora presso l’Istituto di Calcolo del CNR come precaria - si direbbe oggi - e successivamente lavora presso la redazione di La Ricerca scientifica, rivista che contribuì alla rapida diffusione in ambito internazionale dei lavori di Fermi e dei suoi collaboratori.
Così, dal 1937 si dedica alla diffusione della cultura scientifica, che andrà a incrementare durante la guerra. Fra l’altro, in collaborazione con Laura Fermi, pubblica in quegli anni Alchimia del tempo nostro, libro in cui viene illustrato al grande pubblico lo sviluppo della concezione atomica della materia, dall’antichità fino alle scoperte dell’Istituto di via Panisperna.
La sua vita negli anni della guerra è segnata dalla partenza di tanti amici a causa delle leggi razziali, dall’invio del marito in Africa come capitano responsabile di una polveriera situata poco lontano dalla prima linea, dal fortunato rientro di Edoardo a Roma pochi giorni prima della rottura del fronte e dalle difficoltà della vita quotidiana caratterizzata anche dalla mancanza del cibo. Ma la difficoltà e il dolore più forte è stata la morte nel 1944, all’età di soli sette anni, di Paola, la secondogenita.
Probabilmente per reagire al triste evento e all’impossibilità di trovare un impiego in ambito universitario, Ginestra intensifica la sua attività di scrittrice di libri per i licei e di divulgatrice scientifica. Inizia la stesura di Questo mondo grande e terribile, uscito nel 1951 e rivolto ai ragazzi fra i 10 e i 14 anni, prima dell’arrivo degli Alleati a Roma «nel quadro delle idee sviluppate in discussioni tenute in ambienti del Partito d’Azione su come modificare l’insegnamento nella scuola media. Le idee elaborate a quell’epoca furono raccolte in una relazione, presentata nell’estate 1944 dal Ministro della Pubblica Istruzione. La relazione conteneva, fra varie altre proposte d’innovazione, quella di introdurre l’insegnamento delle scienze nei primi anni della scuola media, come scrisse più tardi Edoardo Amaldi » [testimonianza di Ugo Amaldi].
Ecco dunque gli intensi trent’anni di febbrile attività svolta da Ginestra Amaldi che, oltre a scrivere e ad apparire in televisione, si occupa dell’educazione dei figli, si tiene aggiornata sugli sviluppi della letteratura più recente sia italiana che straniera e non tralascia di… leggere i libri gialli della famosa collana Mondadori. La vasta attività di prima divulgatrice scientifica italiana è sostenuta dall’ampia cultura letteraria, da un profondo amore per la lingua italiana, da un grande talento per la scrittura e dalla capacità di esprimere in un linguaggio semplice anche i concetti più difficili. E non si ferma qui, visto che ama lo sport, dal tennis allo sci alle passeggiate in estate in montagna, ma, soprattutto, ama il mare.
Ginestra Amaldi è stata una donna indipendente, attivissima, conscia dei propri doveri verso il marito, i figli e l’Italia, che amava profondamente, con addirittura una venatura di nazionalismo. Quando, nel 1946, durante un lungo viaggio negli Stati Uniti, Fermi offre a Edoardo una cattedra all’Università di Chicago, è naturale per lei sostenere il marito nella decisione di tornare a Roma e di dedicarsi con determinazione alla ricostruzione della fisica italiana ed europea.
Nel 1971 è colpita da un aneurisma cerebrale che, dopo un lungo coma, la lascia parzialmente paralizzata e le impedisce di proseguire il suo lavoro. “Il corpo è colpito ma lo sguardo è sempre lo stesso”: così Ugo Amaldi commenta un’immagine della madre, ritratta dopo la malattia, nel suo giardinetto di Viale Parioli 50 a Roma. “E anche l’interesse per la lettura e l’arguzia non sono molto cambiati. Purtroppo, aveva perso la gioia dello scrivere” ricorda ancora il figlio Ugo. Finché, nel 1994, Ginestra si spegne.
Lucia Ghezzi e Silvia Ronzani