Ma che cosa fanno i matematici…? A questa ed altre domande sui matematici ha tentato di rispondere la mostra MaTeinItaly, delle quale abbiamo voluto recensire il catalogo. E di una grande matematica parliamo nella biografia di questo mese, riconosciuta grande sempre troppo tardi.

 

      

      

 

 

AA. VV.

MaTeinItaly
Scopri la matematica del futuro

Edizioni EGEA – 2014

Questa volta non parliamo di un romanzo vero e proprio ma del catalogo di una mostra comunque avvincente come un noir ben scritto.
L’occasione ufficiale: il novantesimo della fondazione dell’Università degli Studi di Milano. Ma probabilmente il motivo vero di una mostra così è un altro: il tentativo di raccontare che cosa fanno davvero i matematici, a che cosa servono tutte quelle cose che abbiamo studiato, molto spesso  senza  capirle, mediate da insegnanti per i quali non è solitamente possibile provare un sentimento neutro ma o li si è amati tantissimo (e spesso sono stati la spinta per la scelta di una facoltà scientifica) o li si è odiati e hanno rappresentato l’archetipo del peggio, arcigni, vecchi, incapaci di spiegare e così via (vi risparmiamo i commenti sullo stato civile, zitellaccia compresa).

In questa mostra si fa un viaggio lungo la storia della matematica e quindi nella nostra storia. Si parte da Pitagora e dal suo teorema (ma l’avrà davvero scoperta lui la relazione tra i quadrati dei cateti e quello dell’ipotenusa o magari è arrivata da una pensata fatta più ad est? chissà…), si ammirano le scoperte di Tartaglia (tartagliava davvero…!) e di Fibonacci e si scopre che queste relazioni tra numeri sono rintracciabili nelle eliche delle conchiglie, addirittura! I numeri costituiscono un mondo fantastico (che tocca anche l’infinito), ma i matematici di mestiere li trattano anche come strumenti che servono a rendere comprensibili i fenomeni del mondo che ci circonda.

Così, in mostra si fanno avanti le carte geografiche, dall’antichità ad oggi, che a un certo punto della loro storia hanno dovuto appoggiarsi alla cartografia geometrica per restare utili, il carapace della tartaruga che corrisponde a un metodo di discretizzazione della realtà, i modelli statistici per capire una partita di pallavolo e individuare i buchi dello schema dei giocatori, i caschi delle moto che devono essere fatti di materiali sicuri, leggeri ma anche aerodinamici e allora, cosa di meglio di un modello che analizza come fendere l’aria col minore impatto?
E così via.

Nel catalogo queste informazioni vengono raccontate meglio, ovviamente, vengono spiegate in modo da permettere di affrontare questi temi anche a coloro che non hanno visitato la mostra, quindi ci fermiamo subito nella lunga lista.

Una sola altra scoperta ci piace ricordare. Nel secolo scorso la scuola matematica italiana è stata ricca, ricchissima di grandi talenti che hanno migliorato con teorie innovative il mondo scientifico internazionale. Tra questi spicca il professor Vito Volterra che fu uno dei principali teorici dell'analisi funzionale e della connessa teoria delle equazioni integrali e il fondatore, alla fine della prima guerra mondiale, di un organismo italiano collegato al Consiglio Internazionale delle Ricerche, di cui era vicepresidente, che nel 1923 sarebbe “diventato” il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il CNR di oggi. Ma, scienziato di pregio, è stato anche un uomo di valore: nel 1925 è tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce e nel 1931 è uno dei dodici (solo 12!!!) professori universitari italiani che si rifiutano di prestare il Giuramento di fedeltà al Fascismo. Viene quindi costretto a lasciare l'università e le sue molte cariche nelle accademie scientifiche italiane.
Quindi… ricordatevi che anche i matematici hanno un’anima!

Lucia Ghezzi e Silvia Ronzani