Il genio dei numeri

da XlaTangente n. 7/8

 

 

Sylvia Nasar

Il genio dei numeri.

A Beautiful mind

 

Edizioni BUR, Milano 2002

pp. 460, euro 9.80

 

 

 

John Nash, matematico e, nel 1994, premio Nobel per l’economia, è un personaggio che si è conquistato una certa fama per due motivi: il suo grande contributo allo sviluppo della teoria dei giochi e la schizofrenia, che per quarant’anni lo ha annichilito sia come uomo che come scienziato.

John è bello, geniale e estremamente competitivo: un cocktail che lo porterà ad avere una vita professionale costellata di successi e una vita privata disastrosa.
Per quanto riguarda la prima, già nel 1949, quando ottiene un posto all’università di Princeton, Nash dimostra di essere uno studente eccentrico e al tempo stesso estremamente dotato; la sua carriera prosegue strepitosa come ricercatore alla Rand Corporation e come docente al MIT e al Courant Institute della New York University, dove viene a contatto con grandi scienziati del calibro di Von Neumann, Einstein, Gödel, Oppenheimer e molti altri ancora: personaggi che incontra, ma soprattutto con i quali si scontra. Ben presto si dedica alla soluzione di problemi che spaziano in campi vastissimi della scienza, dalla teoria dei numeri all’economia, alla cosmologia. È uno degli esempi d’intelligenza matematica più singolari ed eccentrici, e, in qualunque campo, ha un approccio assolutamente astratto, che nasce dall’utilizzo di modelli assiomatici. Il suo è un modo di fare scienza basato sulla ricerca solitaria, che stimola individualismo e spirito competitivo, di cui Nash incarna una rappresentazione estrema.
Per quanto riguarda poi la seconda faccia della sua vita, quella privata, anche qui Nash si dimostra piuttosto eccezionale: ripudia la donna che gli ha dato un figlio e che non ritiene all’altezza di diventare la sua compagna, è arrestato per omosessualità, con difficoltà riesce a mantenere delle amicizie e, infine, viene logorato per quarant’anni dalla schizofrenia, che lo rapirà dal mondo normale per farlo vivere in un’alternanza tra paura dei manicomi e depressione. È proprio in questo periodo che John diventa uno “spettro che si aggira per l’Università di Princeton tracciando oscuri messaggi sulle lavagne dell’istituto di matematica...”.
Sylvia Nasar, giornalista del New York Times, ha vinto nel 1998 il premio del National Book Critics Circle grazie a questo libro, una biografia che soddisfa tutte le curiosità che può suscitare la vita di questo matematico “bello, arrogante ed eccentrico”, ma che riesce a svelare anche l’evoluzione del pensiero scientifico tra gli anni ’50 e ’90, descrivendo il clima in cui viveva e si sviluppava la comunità dei matematici che hanno segnato la storia di questa disciplina nella seconda metà dello scorso secolo.