1962-2012: cinquant'anni di scuola media

 
1962-2012: cinquant’anni di scuola media

 

A cinquant’anni dall’istituzione della scuola media docenti e dirigenti di scuola secondaria, ricercatori e storici ne hanno ripercorso le vicende fino ad oggi, hanno considerato strumenti e linee di intervento e hanno analizzato le prospettive. Ecco un resoconto dei lavori.

26 settembre 2012, ore 9: con una precisione da orologio svizzero Simonetta di Sieno, chairman del convegno organizzato dal centro “matematita”, ha aperto i lavori e il suo esordio ha spiazzato tutti. “Questo è un convegno non-convegno”! L’idea di fondo è stata subito chiara: in un convegno la platea difficilmente può intervenire e dire la sua, ma la giornata è stata pensata come un’occasione di confronto tra tutti i partecipanti sulla base degli stimoli proposti dai relatori.
Così sono bastati pochi minuti perché Angelo Guerraggio, noto storico della matematica, trasportasse i presenti con vivide e precise pennellate all’interno della cronaca della riforma che ha portato alla scuola media unica. Dal 1859 con la Legge Casati che si proponeva di dare un’istruzione elementare a tutti i cittadini, si è giunti con un racconto incalzante al dicembre 1962 quando la legge 1859 ha istituito la scuola media unica. Non si può certo dire che 1859 non sia un numero speciale per la scuola!
È stata poi Simonetta Di Sieno che ha portato l’attenzione sul ruolo degli insegnanti in quel momento così cruciale. Quali docenti erano necessari? A docenti che avevano sino ad allora insegnato solo matematica veniva chiesto di insegnare sia matematica sia “osservazioni ed elementi di scienze naturali”. Non si trattava di un problema da poco perché la formazione dei docenti che già lavoravano nella scuola non era tale da garantire la doppia competenza disciplinare. La discussione tra i matematici è stata viva: da Bruno De Finetti a Giovanni Prodi le proposte non sono mancate e vale la pena di tornare a scriverle oggi. Il tema della formazione degli insegnanti così scottante per l’epoca non lo è certo di meno ora, basti a pensare al dibattito in corso sui TFA.
Attraverso la meticolosa analisi dei programmi del 1979 a cura di Luisa Belvisi si è arrivati ai giorni nostri e qui la questione di come si possa preparare alla scuola superiore e al mondo del lavoro è stata affidata a due docenti rispettivamente di scuola secondaria di primo e secondo grado. Anna Asti, docente di scuola media, ha affrontato il tema della preparazione alla scuola secondaria superiore evidenziando gli aspetti motivazionali, orientativi e metodologici. Elisabetta Prevosti, con l’occhio della docente di scuola superiore, ha invece analizzato i risultati del rapporto della Fondazione Agnelli individuando alcune linee d’intervento, tra cui l’uso del laboratorio e delle u.d.a. Non è mancato lo sguardo del Dirigente scolastico, la professoressa Rita Bramante. Non si può negare che il quadro tracciato sia complementare rispetto a quello che vedono e vivono i docenti, soprattutto perché è quello di chi può osservare dall’esterno il “triangolo amoroso” alunno-docente-matematica, anzi il “quadrilatero amoroso” (non dimentichiamo il quarto lato…. genitori)!
Nel pomeriggio Giorgio Bolondi (non ha bisogno di presentazioni) ha preso in prestito il titolo di uno dei libri di Moccia “Amore 14” per costruirne “Matematica 14”. A 14 anni è possibile un “Amore matematica”? Quale matematica può essere pensata per i quattordicenni? La sua risposta è stata di largo spettro: dalle Indicazioni Nazionali ai quadri di riferimento internazionali passando per Matematica 2001 con numerosi esempi tratti anche da indagini e prove standardizzate di diversa natura.

Se il successo di un convegno può essere calcolato sulla base degli interventi bisognerà usare la calcolatrice perché sono stati numerosissimi e si è andati oltre i tempi previsti dal programma. Il fil rouge si è snodato tra formazione dei docenti, importanza del laboratorio e del lavoro in rete per fare in modo che nessuno si senta solo ma possa attingere alle competenze e alle belle esperienze costruite da colleghi magari neppure troppo lontani da lui. Ancora una volta i matematici sono stati pronti a raccogliere la sfida! Alla prossima.

Anna Asti