Agosto 2012 (34)

 
 
 
 
Mi ricordo le sere d’estate, da piccolo, a giocare, esausto, sudato, assetato. Giochi con bambini e bambine conosciute per caso in strada o in cortile. “Stregacomandacolor”, “nascondino”, “1,2,3... stella”, “mondo”, “ce l’hai” e molti altri ancora. Per i più sedentari, giochi d’enigmistica, con le carte, le filastrocche, le storie inventate sotto un cielo di stelle mentre le cicale frinivano per il caldo afoso. Finiva l’estate, iniziava la scuola. Di mattina lezioni, compiti di pomeriggio.
 
Cambiano i tempi, le mode, gli stili. La tecnologia fa la parte del leone, e mutano i giochi estivi (e non), per strada, a casa o in cortile. Il ciclo, però, rimane sempre lo stesso: finisce l’estate, inizia la scuola; per chi studia e per chi insegna, ora come allora. Un ciclo bizzarro che vede maturare d’estate l’homo ludens, ma che non ne raccoglie i frutti in autunno, visto che durante l’anno scolastico il gioco viene spesso confinato alla ricreazione e alle attività extracurriculari pomeridiane.
 
Divertimento, apprendimento: una rima, una consonanza. Solo da un punto di vista linguistico? In questo numero, una serie di articoli mostra come si possa (e di fatto si può) imparare divertendosi e giocando. Non che i momenti di apprendimento debbano sostituire quelli di svago e di ricreazione, e viceversa. Ma dovrebbero, almeno in parte, essere animati dall’homo ludens che è in ognuno di noi.
 
E allora vi invitiamo a leggere il Fuoribordo a pp. 8-9 per la tombola delle funzioni, e l’articolo alle pp. 19-25 su MATh.en.JEANS, esperienza divertente e utile per studenti (di cui raccogliamo due relazioni finali) e per ricercatori in erba (che raccontano di alcuni soggiorni all’estero nell’ambito della loro crescita professionale).
 
E non perdetevi il gioco SET a pp. 11-13 per imparare qualcosa sui campi finiti, che sono anche il punto di partenza dell’articolo a pp. 14-15 sui codici a barre e di quello a pp. 16-18, in evidenza, sulla crittografia delle curve ellittiche. Dal SET di carte al set cinematografico: alle pp. 30-31 si racconta il backstage di un video sulle trecce, di cui si parla più ampiamente alle pp. 26-29. Un gioco di caricature e di biografie a pp. 32-35 ci riporta alla famosa querelle tra G. Leibniz e I. Newton su chi abbia inventato l’analisi infinitesimale: un modo scherzoso per continuare la nostra storia del calcolo, iniziata con Archimede nel n. 31. Come al solito, non manca il divertimento matematico nella rubrica dei Canguri a pp. 43-44. Infine, parlando di giochi, non possiamo fare a meno di presentarvi la teoria dei giochi, disciplina molto utilizzata nel mondo dell’Economia. A pp. 46-47 ripercorriamo il percorso storico che ha portato alla nascita di questa branca della Matematica.
 
E se, qualcuno di voi, confuso e disorientato, non sapesse dove scovare la propria anima ludica, quel Piccolo Principe pronto a giocare anche tra i banchi di scuola, guardi in cielo, le stelle e tutte le cose dell’altro mondo... a p. 10 in “Polvere di Stelle”!
 
Buona lettura a tutti!
Gilberto Bini