Tra matematica e fisica… nel Medioevo(parte V)

 

Concludiamo la nostra analisi delle considerazioni di Nicola d’Oresme sullo spazio. Abbiamo visto che il cosmo considerato da Nicola è quello dell’antica tradizione aristotelica: è finito, centrato sulla Terra, con una struttura a sfere concentriche limitate dalla sfera più esterna di tutte. Nicola ritiene però che al di fuori dell’ultima sfera si trovi uno spazio vuoto e infinito.

L’idea che possa esistere questo spazio extra-cosmico, vuoto e infinito incontra numerose obiezioni. Questo spazio, ad esempio, potrebbe essere qualcosa che Dio non sarebbe in grado di creare né di distruggere andando contro il dogma dell’onnipotenza di Dio. Nicola replica facendo notare come lo spazio non sia un ente dotato di sostanza, descrivibile con sostantivi e aggettivi, per cui le riflessioni teologiche sull’onnipotenza divina non si possono applicare così come si fa relativamente agli enti dotati di sostanza. Anzi, sostiene Nicola, proprio questo spazio vuoto extra-cosmico andrebbe, invece, a confermare l’onnipotenza divina: essendo uno spazio vuoto, infatti, potrebbe essere riempito da materia creata da Dio, e negarne l’esistenza equivarrebbe a negare a Dio la possibilità di farlo, ponendo un limite all’onnipotenza divina.

Per difendere la sua posizione, Nicola critica profondamente la trattazione aristotelica del vuoto. Aristotele sosteneva che al di fuori dell’ultima sfera non c’era spazio né materia perché altrimenti un fantascientifico “astronauta” dell’antichità sarebbe potuto andare fino all’estremo confine del cosmo e riempire lo spazio esterno con altra materia. Fuori del cosmo, per Aristotele, non c’è niente: né lo spazio, né il tempo, né il vuoto. Nicola, invece, deve fare i conti anche con l’onnipotenza di Dio, per cui deve ammettere l’esistenza dello spazio extra-cosmico.

Dato che lo spazio extra-cosmico è illimitato e infinito, Nicola propone che esso coincida con Dio, anticipando in qualche modo una riflessione (non molto chiara, a dire il vero) di Newton sull’identificazione dello spazio assoluto con una emanazione di Dio. Questo passo ulteriore distingue Nicola dagli altri filosofi della natura che ammettono l’esistenza di uno spazio vuoto extra-cosmico. Le caratteristiche teologiche di Dio entrano decisamente in gioco nelle riflessioni di Nicola. In particolare, dato che Dio è un ente adimensionale, anche lo spazio extra-cosmico deve esserlo (mentre per Newton lo spazio assoluto è sempre tridimensionale). Lo spazio può assumere, quindi, dimensioni differenti: lo spazio cosmico è a tre dimensioni e ha pertanto una natura diversa dallo spazio cosmico adimensionale.

Prima di continuare, prendendo in considerazione le idee di Nicola sul tempo, facciamo un breve riassunto delle sue idee sullo spazio:

1) il luogo di un corpo è lo spazio (altrimenti vuoto) che esso occupa;

2) lo spazio è distinto dalla materia che lo occupa e può essere vuoto;

3) lo spazio non ha una sostanza; non può essere descritto con sostantivi né aggettivi, ma con avverbi come “qui” e “là”;

4) lo spazio è immobile; il luogo di un corpo si muove con il corpo, mentre lo spazio resta fermo;

5) al di fuori del cosmo esiste uno spazio vuoto, infinito, illimitato, adimensionale;

6) lo spazio extra-cosmico coincide con Dio.

[continua…]

Leonardo Gariboldi