La solitudine dei numeri primi

 

 

 

Paolo Giordano

 

La solitudine dei numeri primi

 

Mondadori, Milano 2008

pp. 304, euro 18.00

 

 

 

Quando la letteratura si avvicina alla scienza, quasi sempre nascono una forte curiosità e un particolare interesse da parte del pubblico e questo libro non sembra fare eccezione: uscito da soli 6 mesi, è già tra i primi dieci titoli più venduti e la sua ascesa non pare volersi fermare.
Scritto da un giovanissimo dottorando di fisica presso l’Università di Torino, questo libro d’esordio (che proprio per questo si fa perdonare qualche incertezza e sbavatura di stile) fin dalle prime pagine dà l’impressione di non essere un testo di divulgazione, ma un vero e proprio romanzo. E ciò fa nascere la curiosità su quale sia il legame tra scienza e letteratura nascosto dietro un titolo che dalla matematica prende spunto e alla matematica ammicca con decisione. Proseguendo nella lettura l’impressione diventa certezza: quella che abbiamo di fronte non è certo divulgazione. Ma allora, cosa c’entra la matematica?
La matematica c’entra, ma non nel modo in cui siamo abituati a ritrovarla in un libro: è usata come scheletro, come ossatura portante delle esistenze dei due protagonisti, che ne descrive e ne sostiene le fragili vite, filo inconsapevolmente presente lungo tutto il racconto.
Alice e Mattia, due bambini che diventano adulti attraversando sotto i nostri occhi le fasi dell’adolescenza e della giovinezza (che lasceranno sui loro corpi segni indelebili) sono come due numeri primi gemelli. Vicini e lontani allo stesso tempo, separati da un solo, inesorabile numero, i due protagonisti si ritrovano sempre a un centimetro dal contatto, senza riuscire mai a toccarsi davvero, in un reiterato sfiorarsi che li accompagnerà per tutta la vita. Eccola la matematica: essa diventa il linguaggio lieve per descrivere le emozioni, i sentimenti, il legame e il rapporto tra due persone speciali (come speciali sono i numeri primi) e con la sua astrattezza e concretezza diviene per Mattia anche vera e propria ancora di salvezza per sopravvivere. Questo è un romanzo che racconta due vite. E per descriverle usa suggestioni che arrivano dal mondo matematico. Non a caso, verrebbe da dire.