Numeri per parlare

da XlaTangente n. 25

 

 

Carla Bazzanella

Numeri per parlare.

Da "quattro chiacchere" a "grazie mille"

 

Laterza, Roma - Bari 2011

pp. 165, euro 12.00

 

 

 

Te lo spiego in due parole: aspetto altri due minuti ma se non arrivi inizio a dare i numeri. Forse è meglio che io esca a fare quattro passi. I “numeri per parlare” sono tantissimi: senza farci caso, li utilizziamo abbondantemente nella lingua parlata e scritta, con un linguaggio formale o informale, per indicare quantità precise o generiche; li utilizziamo negli SMS, nei messaggi brevi sui social network, nelle email, nei blog. Compaiono nelle espressioni figurate tipiche della lingua parlata, nei proverbi, nelle espressioni dialettali o nello slang. A volte celano antiche usanze e modi di dire, antichi sistemi di numerazione e di misurazione, storielle curiose, significati simbolici ed eventi storici, altre volte si rivelano improbabili prestiti da lingue straniere.

Anche solo per questi motivi “Numeri per parlare” sarebbe interessante e per chi è a digiuno di linguistica, addirittura sorprendente. Ma c’è di più. Innanzitutto vi è un costante confronto con diverse lingue straniere, inglese, francese, spagnolo e tedesco, ma anche cinese. Un intero capitolo è dedicato alla lingua danese, lingua da noi poco diffusa, e al suo confronto con l’italiano. Può forse apparire strano, ma già il confronto tra le maniere in cui due lingue diverse utilizzano i numeri nelle espressioni figurate o esatte permette di cogliere e di iniziare a comprendere le differenze e le somiglianze culturali, storiche e geografiche che intercorrono tra le popolazioni che le parlano. Questo confronto è essenziale quando vogliamo imparare una nuova lingua oppure quando traduciamo da o in una lingua diversa dalla nostra. Potrebbe infatti capitare, come accade all’autrice, di assistere a una scenetta come questa: “Siamo un gruppo di italiani, in una città italiana, a casa di un’amica australiana che è arrivata da poco in Italia ma parla già un po’ l’italiano. Arrivati al secondo, dopo aver distribuito la carne, chiede a un’amica italiana: «Vuoi dei fagiolini?». L’amica risponde «Solo due, grazie». A questo punto l’australiana, per quanto visibilmente perplessa, seleziona dal piatto di portata due fagiolini – di numero – e li mette nel piatto dell’invitata, con stupore dell’italiana che guarda stupefatta i due fagiolini nel piatto […] si scusa e confessa di volerne «un po’ di più», tra le risate di tutti.”

                                                                                                                                          ddv