L’'universo a dondolo

da XlaTangente n. 25

 

Pietro Greco

L'Universo a dondolo.
La scienza nell'opera di Gianni Rodari

Springer-Verlag Italia, Milano 2010
pp. 344, euro 26.00

 

 

 

 

Occorre una grande fantasia, una forte immaginazione per essere un vero scienziato, per immaginare cose che non esistono ancora e scoprirle, per immaginare un mondo migliore di quello in cui viviamo e mettersi a lavorare per costruirlo. Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi, essa ci può dare le chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo, gli può dare delle immagini anche per criticare il mondo. Per questo credo che scrivere fiabe sia un lavoro utile. Debbo dire che è anche un lavoro divertente e da un certo punto di vista è strano che uno faccia un lavoro che lo diverte e per di più venga pagato per questo, e magari premiato.

(Gianni Rodari, Bologna 1970, discorso pronunciato in occasione della consegna della medaglia Andersen al XII Congresso dell’International Board on Books for Young People)

Gianni Rodari (1920-1980) non è solo il maggiore autore italiano di libri per bambini del XX secolo; partigiano, giornalista dell’Unità e non solo, militante (critico) del PCI, fondatore della Fantastica (che fa da contraltare alla Logica) e pioniere della grammatica della fantasia, autore di fiabe “realistiche”, racconti, filastrocche per i più piccini, ma anche per gli adulti e, naturalmente, per il bambino che ogni adulto nasconde in sé.

 

In questo libro Pietro Greco ci mostra con meticolosa attenzione come la scienza giochi un ruolo fondamentale nell’opera di Rodari: non mancano i riferimenti alla matematica, alla fisica, alle scienze naturali, all’astronomia, alla medicina; non mancano i riferimenti ai grandi scienziati del passato e agli studiosi del presente; non mancano, tra i suoi stessi personaggi, gli scienziati (scienziati “buoni” e scienziati “cattivi”). Greco ci presenta Rodari nel suo tempo e nei suoi luoghi, fornendoci un quadro sintetico ma completo dello sviluppo della letteratura per ragazzi e per bambini nell’Italia tra l’800 e il ‘900 (De Amicis, Salgari, Collodi, Calvino, la letteratura militante, quella formativa, quella cattolica, l’avvento dei fumetti…). Ma soprattutto contestualizza l’opera di Rodari in un’epoca di grandi cambiamenti sociali, culturali e tecnologici: un evento tra tutti, il lancio dello Sputnik e la “conquista” del cosmo che tanto influenzò la fantasia di Rodari (e non solo la sua, basti pensare a Calvino). I pianeti (reali o inventati), gli astronauti, le astronavi che popolano le filastrocche e i racconti di Rodari da una parte si rivelano come un pretesto per guardare dal di fuori, criticare e raccontare la società “terrestre”, dall’altra permettono di immaginare luoghi lontani, ma simili ai nostri, in cui i “bambini di oggi, astronauti di domani” possano costruire una società migliore. Per fare ciò, se ben usata, la scienza gioca, per Rodari, un ruolo fondamentale.

 

(Non sembra essere un caso che la figlia, Paola, sia una delle più importanti studiose in Italia del rapporto tra scienza e società).

ddv